Sono Ulli Mosconi Zupin, sono nata a Piacenza ma da molti anni vivo a Trieste.
Non sono fotografa professionista, solo una grande appassionata.
Al termine dell’attività lavorativa ho iniziato a sviluppare diversi hobby ai quali mi dedico con entusiasmo nel tempo libero.
Dopo essermi impegnata nella realizzazione di filmati amatoriali nell’ambito del Club Cinematografico Triestino di cui tutt’ora faccio parte, mi sono recentemente accostata alla fotografia e ne è nata un’altra grande passione.
Ho iniziato un percorso di crescita che ha portato un profondo cambiamento nel mio modo di fotografare.
La svolta importante è avvenuta nel momento in cui ho iniziato a frequentare i social networks fotografici.
Un giorno ho scoperto per caso i gruppi di fotografia di Facebook. Ho iniziato a seguirli quotidianamente e mi è apparsa subito chiara l’importanza di osservare e confrontare fra loro le opere di autori appassionati come me, ma di consolidata esperienza.
Sono venuta a contatto con le fotografie di genere, rimanendo affascinata dalla fotografia di architettura e dal minimalismo urbano.
Ho intrapreso un percorso nel quale la fonte d’ispirazione è l’architettura approcciata in chiave minimalista.
Ho così iniziato a condividere i miei lavori nei gruppi, riscuotendo un certo successo, ho partecipato poi a vari concorsi a livello nazionale con risultati soddisfacenti.
Per Le vie delle Foto porto “Geometrie Urbane”
Le architetture sono la mia fonte di ispirazione, amo in particolare l’architettura contemporanea e me ne sono sempre interessata leggendo e osservando immagini sulle riviste o sul web.
Il mio occhio fotografico è fortemente attratto dalle geometrie, dal rigore delle linee, dalle simmetrie e dai colori. Prima di scattare mi concentro su pochi elementi e cerco di farli miei realizzando un modo mio di rappresentarli.
Spesso il mio punto di vista è frontale e i soggetti sono le facciate degli edifici. Altre volte un dettaglio o un riflesso divengono essi stessi soggetti.
Il risultato è un’immagine semplice, nitida, pulita, essenziale che spesso include la presenza umana, ma non necessariamente.
In certe immagini il dettaglio, decontestualizzato, emerge così rigoroso da risultare astratto.
Per riuscire in questo genere fotografico ciò che importa è il colpo d’occhio, catturare un’immagine che ti colpisce e scattare.
Poi c’è il lavoro di post produzione ovvero la fase di elaborazione dello scatto, quello che comunemente si dice “photoshoppare”.
Io non amo esagerare fino al punto di stravolgere l’immagine come si vede troppo spesso, però è certamente una fase molto importante che permette di migliorare la resa e l’impatto emotivo.
Personalmente vedo la post produzione come indispensabile e complementare alla fase di scatto, perché è in quel momento che rivivo le emozioni che ho provato e cerco di trasmetterle tramite l’immagine.
Considero la fotografia un mezzo di espressione e di creatività e la cosa più bella per me è giocare con i colori, i riflessi, le luci e le ombre al fine di dare un tocco personale a ogni immagine.
Senza discostarmi troppo dalla realtà, cerco di interpretarla a modo mio per darne una visione il più possibile creativa e soggettiva.