Guerriero espone all’osteria Ai due ladroni in via Tarabocchia 4.

Sono nato a San Benedetto del Tronto e attualmente vivo a Martinsicuro, un piccolo comune dell’Abruzzo affacciato sul mare Adriatico. Mi sono avvicinato all’affascinante mondo della fotografia circa tre anni fa, appassionandomi a tal punto da volerne cogliere le infinite sfaccettature. Da quel momento ho iniziato a occuparmi di fotografia con un occhio attento verso il mondo e le diverse e infinite realtà circostanti, spaziando dall’architettura, ai paesaggi, alla vita quotidiana. Sensibile alla ricerca dell’immagine fotografica, colta nel suo momento di massima espressione, nei miei scatti tento di evidenziare gli aspetti più significativi della realtà. La mia sperimentazione fotografica trova la sua massima espressione nel bianco e nero, tecnica che ritengo efficace poiché, colui che osserva, possa concentrarsi sul contenuto piuttosto che sull’aspetto puramente formale, lasciando ampio spazio all’immaginazione. Sono ancora alla ricerca di uno stile e di un linguaggio fotografico che possano trasmettere la mia personalità.

Per Le vie delle Foto 2017 porto “La piccola pesca”

Nella cosiddetta piccola pesca, sono comprese tutte quelle tecniche di pesca praticate a una tale distanza dalla costa da non richiedere la necessità di una barca di grande stazza.
All’inizio del XX secolo in molte località marine sulla costiera adriatica rappresentava un mezzo di sostentamento integrativo per gli abitanti del luogo. Infatti, appunto perché non richiedeva l’utilizzo di una grossa imbarcazione, l’agricoltore cercava di integrare ciò che ricavava dal lavoro dei campi con ciò che riusciva a catturare nel vicino mare.
La maggior parte delle tecniche necessarie per catturare del pesce in prossimità della spiaggia richiedevano, occhio esperto, mano abile e veloce, e qualche attrezzo costruito personalmente.
Oggi viene praticata soprattutto da pescatori di una certa età che, dopo aver trascorso un’intera vita sul mare, una volta andati in pensione, non riescono a staccarsi del tutto dal loro mondo, per cui, utilizzando il più delle volte un battellino spinto da un motore fuoribordo continuano a trascorrere la maggior parte del loro tempo libero sul mare o accanto al mare.
È facile, oggi, incontrare d’estate, nelle prime ore del mattino, gruppi di turisti che, incuriositi, assistono al ritorno sulla spiaggia di questi battellini, dai quali il pescatore, scarica il pescato, con evidente orgoglio, quando esso è consistente, e comincia il rito della lavorazione.
Di solito la moglie, che lo ha aspettato con un bricco di caffè caldo, ha il compito di selezionare il pesce e sistemarlo, in base alla specie. Dopo di che si apre la vendita diretta al pubblico presente, smanioso di poter portare a casa un pesce “ancora vivo” e gustarlo sia nel mangiarlo, sia, forse ancor di più, quando, una volta tornato a casa, potrà raccontare tutto agli amici e far venire loro la classica “acquolina in bocca”.

Nel frattempo che la donna provvede a smerciare il pesce, richiamando, se necessario, l’attenzione dei passanti, e invitandoli a comprarne, con il classico richiamo, anche con voce piuttosto altisonante “Pesce! Pesce vivo!”, Il marito dà un’ultima rinfrescata al pesce catturato immergendolo in mare con dei capienti cesti, lavora, se necessario, eventuali pesci più grandi, pulisce la barca, riassetta la rete, la pulisce dai crostacei, che vi sono impigliati tra le maglie, triturandoli con colpi inferti con martelli di legno e si prepara per la prossima pescata.

Le mie foto sono la testimonianza di una realtà che sta scomparendo, una realtà povera, una realtà fatta di sacrifici, una realtà sfortunatamente oggi fatta di pochi uomini. Sono uomini di un altro tempo, uomini ormai rassegnati al fatto che i loro figli con ogni buona probabilità nella vita faranno altro, non seguiranno le loro orme e lasceranno cadere nel dimenticatoio una tradizione colma di piccoli riti, di segreti del mestiere, di aneddoti tramandati per anni.
Il mio desiderio è che di quel mondo colmo di valori rimanga qualcosa di tangibile.
Vorrei che i miei scatti rievocassero sensazioni, profumi, rumori e colori di quella grande arte che è stata e ancora è la piccola pesca.
Vorrei guardare una mia foto e risentire l’odore del mare, il rumore della barca che entra in acqua, il chiacchiericcio di vecchi pescatori…
Vorrei sentirlo io… vorrei che lo sentissero anche altri.