Mi chiamo Ezio Dellosta, classe 64, e vivo insieme a Sara, mia moglie, anche lei appassionata di fotografia, in Valle d’Aosta. Insieme formiamo “una coppia da click” e insieme cresciamo in questa passione dedicandoci ai vari settori che la fotografia propone, imparando in ogni occasione qualcosa di nuovo. Anche se “scattiamo” insieme, ognuno ha le sue preferenze, di stile o di soggetti. Per la post-produzione utilizzo esclusivamente Lightroom, adoro le fotografie desaturate, quasi prive di colore, fino al b/n totale (anche se in passato ho esagerato con la tecnica opposta dell’HDR).
Abbiamo avuto due grandi maestri, Franco Marino di Ivrea e Vincenzo Garofalo di Aosta con i quali abbiamo iniziato un percorso che è ancora lontano dal definirsi concluso, tanto c’è ancora da imparare. Slegarmi dai tecnicismi e dalle tecnologie costosissime per avvicinarmi sempre di più alla fotografia artistica è Il mio prossimo obiettivo, per il quale sto studiando sodo.

Per Le vie delle Foto 2017 porto “Il fotografo incontra l’artigiano: L’arte delle campane musicali”.

Certo i paesaggi valdostani da soli sono cartoline lì pronte per essere immortalate dalla macchina fotografica ma la Valle d’Aosta offre anche la possibilità di conoscere personaggi che sono diventati “eccellenze” nel loro campo.
Molti artigiani locali hanno riconoscimenti anche nel resto d’Italia, esportando così una Valle d’Aosta non solo più per la sua bellezza naturalistica, ma anche per il suo patrimonio culturale, artistico e artigianale.
Il mio tema nasce quindi da un progetto in corso: quello di creare per ognuno di questi artigiani un ritratto intimo, cercando di raccontare in poche immagini la passione, l’orgoglio e la gioia che ci mettono nelle loro opere.
Il primo di questi Maestri, colui che presento nel tema, è Mauro Savin, (su Facebook si trova come Sabofer di M. Savin L’arte fabbrile), personaggio simpaticissimo che si è ben prestato a fare da modello durante il suo lavoro alla fornace. I suoi capolavori sono i “campanacci”, campane che vengono portate in giro dalle mucche (o capre) mandate al pascolo. Le sue campane però non producono un suono qualsiasi, in quanto vengono forgiate e lavorate fino a quando non emettono una particolare nota, scelta da Mauro, in modo di creare un set di 12 campane tutte con note diverse.
«(…) I campanacci del fabbro-musicista valdostano hanno una particolarità unica: sono intonati musicalmente. “Come degli strumenti mononota – spiega Savin – che sprigionano un suono unico, pensato anche per abbinarsi agli altri“. Forgiate le campane, l’artigiano crea il silenzio totale nel laboratorio e, munito di diapason, inizia la caccia al “suono giusto”: “Con martello e lima amplio la bocca del campanaccio, lo allungo, riduco gli spessori, finché non ottengo ciò che voglio” (…)». Fonte: La Stampa.
Il risultato, in una mandria al pascolo, è una melodia armoniosa di suoni che risuona nelle vallate, udibile da grandi distanze. Le sue opere sono riconosciute e apprezzate in tutto il mondo, tanto è che ne ordinano anche dal sud America.
Negli scatti che presento, ho cercato soprattutto di cogliere la gioia che sprigiona da Mauro mentre lavora una delle sue campane, commissionata per un luogo lontano…