Sono nato a Udine nel 1947 dove tuttora risiedo.
Maestro d’arte, ho collaborato per diverse istituzioni pubbliche svolgendo anche differenti attività artistiche nel settore privato.  Come grafico e fotografo ho curato l’allestimento di numerose esposizioni temporanee e sale museali in ambito naturalistico.
Il mio archivio fotografico vanta oltre 30.000 immagini sul Friuli Venezia Giulia e altre località italiane ed estere. L’avvento della tecnologia digitale è stata un ulteriore sprone per me, nella sperimentazione e ricerca di nuove frontiere espressive legate sempre alle arti visive. Nascono proprio in questo ambito originali portfolio a tema:

“LIS AGANIS”
“ALLEGORIE CORPOREE”
“THE WATER DIARIES”
“FOLDED SCULPTURES”
“DREAM CREATURES”
“GLI SCALZI”
“ RED PASSION”

“…in questi ultimi anni la fotografia fa parte della mia vita, avendo parecchio tempo libero posso finalmente dare sfogo alla mia fantasia, son sempre alla ricerca di nuovi stimoli per soddisfare la mia voglia di creare e dare vita hai miei sogni.”
Per Le vie delle Foto porto “ALLEGORIE CORPOREE PROJECT”

Il tutto inizia nel settembre 2013, un set voluto da me e una mia modella​, sebbene un primo tentativo l’avevo creato già con mia nuora Jimena​, ma il lavoro si basava sulla pitturazione del suo viso, realizzato per gioco senza un progetto alle spalle. Con la mia modella abbiamo realizzato una cosa più meditata e complessa, non facile da portare a termine se non hai i luoghi e gli spazi per poterlo fare. Non avrei immaginato lontanamente dove quel set mi avrebbe portato. La cosa ha stuzzicato la fantasia di un’altra ragazza, a cui devo tanto in quanto si è prestata a ben altri tre set. A quel punto mi sono reso conto che stavo facendo un qualcosa di diverso, qualcosa che ancora non avevo visto realizzare. Ho cominciato a elaborare mentalmente un progetto notando che quello che stavo facendo non era quello di far vedere dei corpi femminili, ma qualcosa d’altro. Quelle forme dipinte facevano vedere dei mondi paralleli, il gioco dei colori e ombre incuriosivano lo spettatore come non mai e queste figure non venivano viste con la morbosità con cui l’occhio umano scruta un corpo femminile. Stavo creando delle allegorie.