Stefano espone al Bar Rossini in via Rossini 8.

Sono nato in provincia di Padova nel 1978, e la passione per la fotografia ce l’ho fin da bambino ma resto particolarmente affascinato all’età di 12-13 anni, quando insieme ai compagni di scuola media, durante una sessione di laboratorio tecnico imparo dal professor Salin a proiettare sviluppare e stampare in bianco e nero la foto di una foglia in silhouette con il solo ingranditore. Da lì inizia un lungo percorso fatto a gradini, ma appena regalatami una compatta 35mm (tale Konica Pop) inizio a fotografare con particolare dedizione, per poi ricevere all’età di 16 anni una vecchia reflex dal padre, una Cosina col 50 f2.0 e un pugno di bobinati Kodak Tmax100.

L’indirizzo scolastico scelto non perfeziona la mia indole artistica e creativa, quindi mi diplomo a 19 anni Ragioniere col minimo dei voti e parto desideroso di iniziare la mia lunga carriera lavorativa: le prime occupazioni rispecchiano i mestieri radicati in terra Veneta, come il contadino, il cameriere, l’operaio, il magazziniere. Sempre e in ogni occasione, la macchina fotografica al collo, e da totale autodidatta studio e pratico per conoscere a perfezione le tecniche di esposizione manuale, la composizione, lo sviluppo e la stampa in analogico, sistemi avanzati di ripresa in condizioni di luce difficile, l’uso dei filtri e la diversità delle ottiche, praticando nella fotografia naturalistica a tempo perso, e di eventi locali nei weekend. Con un po’ di impegno e qualche lira messa da parte riesco ad adeguare le attrezzature in mio possesso: fra il ’98 e il 03′ con il medio fotografo in bianco e nero reportage a tema sociale, mentre con i teleobiettivi (manual focus) fino al 500mm assesto il tiro nel birdwatching e vedo i primi buoni risultati nella fotografia d’azione, oltre a sperimentare la macro.

Passione per natura e fotografia si completano ma ho necessità di monetizzare per passare al digitale: i primi ingaggi sono utili per sintetizzare e chiarire che il mestiere che voglio intraprendere è proprio il fotografo professionista. Il mio carattere delinea anche il mio stile: spontaneo, emotivo, documentativo ma curioso. Con il forzato passaggio al digitale, nel 2004 implemento la formazione informatica già avviata a tenera età con il Commodore, poi Win e Mac, valorizzando le conoscenze in elaborazione grafica, impaginazione, editing web. Prima del professionismo partecipo ad alcuni concorsi e mostre collettive nel Nord Italia e a Roma, qualche podio arriva ma l’obbiettivo è un altro: voglio usare solo otturatore diaframma e asa, e un pizzico d’immaginazione. A Padova conosco il fotografo Francesco Fantini e divento suo allievo per alcuni mesi durante un corso da lui tenuto, allo scopo di approfondire temi e filosofia del reportage. Le prime collaborazioni si concentrano particolarmente con agenzie giornalistiche, dal 2006 parte la grande avventura nei matrimoni, un settore commerciale che sento mio sia per il genere fotografico sia per metodo di lavoro che intendo apportare: senza l’uso di pose e limitando il flash, massima discrezione, lavoro sempre solo in modalità manuale a luce ambiente. Nello stesso anno fondo a Conselve lo studio gFproduzioni come seconda attività, mentre porto avanti un impiego a contratto, nel 2008 invece creo famiglia e allo stesso tempo do una svolta al mio lavoro: è ufficiale, lascio l’impiego e continuo come professionista a tempo pieno.

La piccola realtà Conselvana impiega un po’ a conoscermi anche se nel paese già conosco tanta gente, divento anno dopo anno riferimento nel settore wedding per il mio stile spontaneo; mi dedico anche ai service sportivi, live e rassegne musicali, pubblicando su riviste specializzate del settore editoriale. Dal 2012 gestisco lo studio integrando collaborazioni con altri professionisti, tra cui videomaker e assistenti, installo un proprio lab di stampa digitale con plotter HP, e mantengo un piccolo angolo del laboratorio per lo sviluppo di rulli 135 bn. Con un po’ di esperienza e pazienza riesco a propormi anche in produzioni televisive (tra cui i gruppi Mediaset, La9 e Reteveneta) come fotografo di scena, poi anche su teatri e set di corti cinematografici. Da un anno a questa parte insegno fotografia con workshop esclusivamente con escursioni fotografiche, da cui è nato il progetto per un blog pubblicitario e informativo, che sarà inaugurato nel 2017. Sempre dal 2017 parto con le prime vere esposizioni personali con gallerie pubbliche nel Nord Italia, ma soprattutto a Padova: amo e amerò sempre la pellicola perché è tangibile come le setole di un pennello, ed è una scuola per chi vuol davvero parlare di fotografia. Da persona creativa non mi fermo col solo digitale, spesso abbino elementi di entrambe le sponde per generare immagini dal sapore unico. Il mio modo di vedere è puro e semplice, nelle mie foto bisogna guardare dentro, perché in ognuna di esse c’è un frammento di me stesso.

Per Le vie delle Foto 2017 porto “I miei colli”.

La mia ricerca dello spazio e del tempo fra queste dolci colline, immerse fra le dense colture del territorio Veneto, non è ancora conclusa; questo ciclo di scatti chiude parzialmente una prima fase, spesso combattuta tra dare spazio alle forme della natura, o esaltare le capacità dell’uomo di modellare il paesaggio. Fra i due soggetti spesso c’è disaccordo, ma per il mio obbiettivo non ho aspettato compromessi, ho preso solo quello che mi hanno donato entrambi. Anche l’uomo è parte di quella natura che ha superato se stessa, che ha oltrepassato i confini delle sue stesse leggi, dove la prima si è fermata l’uomo ha forgiato il paesaggio come il ferro rovente nella fucina del fabbro. Seguendo la mia stessa “natura” ho creato questa serie di immagini rigorosamente senza colore, vedute prive di fronzoli che a volte non parlano di che, di cosa o di come, ma non negano nulla allo spettatore conservando, a carattere geologico e morfologico, la loro eternità. Il comprensorio, nella sua piccola realtà territoriale, abbraccia buona parte del Veneto, a volte sembra non mutare mai, nella sua banale pacatezza, a volte percorrendone le strade curvose difficilmente ci accorgiamo della sinteticità e purezza di questo paesaggio zonale, altre volte rimaniamo immersi solo nell’apporto storico-culturale che appartiene a questa terra di lavoratori. Il reportage è stato realizzato totalmente in digitale, solcando le strade e i sentieri dei Colli Euganei con solo al collo la mia storica S2pro: ho sentito i profumi di tutte le stagioni, il freddo e il caldo, l’umidità e il vento, a ogni ora della giornata, e ho atteso con pazienza la notte per capire cosa mi avrebbe riservato il silenzio di questo territorio: il libro omonimo che uscirà dopo la mostra raccoglie una selezione più ampia di fotografie scattate negli anni tra il 2011 e il 2016.