Sono Flavio Pegoraro, Padovano classe 1962.
Studio arte e mi diplomo al Liceo Artistico statale di Padova città dove vivo. E sono un agente di commercio.
La passione per la fotografia mi è stata trasmessa in età adolescenziale da mio padre Gianfranco che mi inizia in questo percorso artistico con una Asahi Pentax Spotomatic tuttora funzionante.
Ho frequentato per diversi anni il circolo fotografico “L’IMMAGINE” di Cadoneghe, dove ho condiviso esperienze e partecipato a numerosi concorsi e mostre ricevendo Premi e belle soddisfazioni.

La mia “fotografia” nasce da sperimentazioni di tecniche di ripresa e stampa con varie attrezzature analogiche e digitali. Dalla street al paesaggio, dal ritratto alla blind photography (messa a fuoco all’iperfocale e scatto senza “vedere” con gli occhi, utilizzando altri sensi), ma sempre con una particolare attenzione al dinamismo o al romanticismo.
Il mio lavoro mi porta spesso in “giro” per l’Italia e qualche volta anche all’estero. Ed è da questi viaggi che è nato il desiderio di raccontare con le immagini stampate il mio modo d’essere fotografo in un progetto: “Ducato 2.8 JTD, 4 anni di lavoro e immagini in viaggio per l’Italia”, che è sfociato in due mostre fotografiche e un calendario. La prima a settembre 2016 presso la libreria Pangea di Padova e la seconda a dicembre 2016, presso L’Osteria FRADEI KEMPES, sempre di Padova, dove contestualmente con la consegna del calendario abbiamo organizzato con gli amici Andrea e Gianluca, una cena di beneficenza a sostegno dei terremotati dell’Umbria, in particolare per Castelluccio di Norcia, località presente nelle mie immagini e pesantemente colpita dal sisma del 2016.

Per Le vie delle Foto 2017 porto “DUCATO 2.8 JTD. 4 anni di lavoro e immagini in viaggio per L’Italia”.

Se fossi un poeta scriverei un’ode sul Ducato.
Un furgone Fiat, compagno di viaggio.

È con questo mezzo che do inizio a questa raccolta di immagini tutte “italiane” che si dipanano in un arco temporale lavorativo che va dal 2012 al 2016 e che mi ha condotto in “giro” per L’Italia.

Dal Veneto all’Umbria, dalla Lombardia alle Marche passando per la Toscana e l’Emilia Romagna. Niente di speciale, niente di esotico, ma lungo nel tempo e nei chilometri.
“On the road” sulle strade e autostrade di questo paese.

” Nothing behind me/ niente dietro di me.
Everything ahead of me/ unto davanti a me.
As ever so on the road/ Come è sempre così sulla strada.”
(J.Kerouac)

Tra autocarri sfreccianti e paurosi, automobilisti placidi, campi fioriti, tante biciclette e centauri rombanti.
Evitando le buche più dure e le interruzioni della E45 che va da Ravenna a Roma. La strada in assoluto più pericolosa e che ti sconcerta con gli autovelox e i suoi simboli di morte.
Nelle aree di sosta della A14 o della A1, dove vedi transitare tutti i tipi di mezzi e dove persone di tutte le razze s’incrociano senza mai veramente incontrarsi.
E nelle strade secondarie che ti portano in paesi dove ancora esiste un senso del vero “Made in Italy”, incontrando magari un falco appollaiato su un palo della luce che contempla la luna e attende qualcuno che lo fotografi.
E luoghi a volte remoti, eppure così vicini a questi “fiumi” di traffico dove in pochi si soffermano a osservare!
Osservare…
Un’Italia di stridenti contrasti. Di borghi stupendi, di fiere, di vino e cibo, di esposizioni internazionali, di genti operose e ingegnose, di capannoni industriali, mercati e paesaggi mozzafiato!
Scattare fotografie mi è servito a vincere la paura.
Un’esperienza terapeutica che mi ha aiutato a passare il tempo e a stare sveglio.

“Tuttavia dietro l’angolo ci si può aspettare, una nuova strada o un cancello da varcare.”
(J.R. Tolkien)