Nata a Trieste, si diploma presso l’istituto d’Arte Nordio, frequenta il corso organizzato in memoria della Scuola di Nino Perizi tra il 1998 e il 2000 e partecipa alla mostra collettiva medesima esposta al Museo Revoltella.
Si avvicina alla fotografia frequentando un corso di Fotografia e post-produzione tenuto da Luigi Tolotti e Nanni Spano. Non ha uno specifico genere fotografico, ogni occasione è buona, soprattutto durante i viaggi, per fissare “quel momento”, uno scorcio, un paesaggio o un particolare.

 

New York City

New York è la città più popolosa degli Stati Uniti , di simboli ne ha molti come la Statua della Libertà , il Ponte di Brooklyn che collega il quartiere di Brooklyn all’isola di Manhattan conosciuta per il suo skyline di grattacieli il più famoso tra questi è l’Empire State Building.
Altri luoghi divenuti ormai icone del paesaggio newyorkese sono il Times Square, con le sue mille luci delle insegne e il Central Park , il grande polmone verde di Manhattan.
“Melting pot” è uno dei nomignoli della città di New York in ragione del fatto che una caratteristica della metropoli è la convivenza, seppur spesso in condizioni e luoghi diversi, di persone di culture tra loro molto diverse, come in un grosso “calderone”.
Lo scrittore Henry James l’ha descritta così : “C’è una bellezza della luce e dell’aria, la grande dimensione dello spazio… Ma il vero fascino di New York è inequivocabilmente in quella nota di impeto della vita locale, ed è il fascino di un potere impavido. L’aspetto del potere è indescrivibile; è il potere della più stravagante delle città, che alle prime luci del mattino si rallegra della sua forza, della sua ricchezza, della sua insuperabile condizione, e che si trasmette ad ogni oggetto, al movimento e all’espressione di ogni cosa che fluttua, incalza e pulsa, al vibrare dei traghetti e dei rimorchiatori, al tonfo delle onde, al giocare dei venti, al bagliore delle luci, al sibilare dei fischi e delle grida generate dalla brezza”.
La mia esperienza a New York è proprio questa, un “calderone” di persone ed edifici diversi che convivono tra loro in continuo movimento , dalla metropolitana al traffico in superficie, è una frenesia di persone, suoni e luci. Questa vitalità ho provato a raccontarla, a fermarla un momento , quel secondo che serve per lo scatto, quasi fosse una sfida con il tempo, per cercare una pausa, una piccola interruzione. La mia non è una ricerca dell’ inquadratura perfetta , al contrario, la foto è un’istantanea di “quel “ momento, singolo e unico. Irripetibile perché lo scatto successivo è già un’altra storia.

 

Erika espone alla Chimerina, in via del Pane 2.